Bambini gifted ed emozioni. Un mondo da capire
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Spesso i ragazzi ad alto potenziale cognitivo vengono visti come tali solo quando le difficoltà incontrate, come problemi scolastici o di comportamento, conducono ad una valutazione psicologica. Ciò avviene perché alcuni loro atteggiamenti possono “mascherare” l’intelligenza, quindi può non essere facile riconoscere le loro peculiarità come indicatori di plusdotazione.
Per questo motivo è utile fare luce su alcune caratteristiche che sono parte della personalità dei gifted e che allo stesso tempo sono influenzate dalle risposte del contesto sociale. Le caratteristiche di cui stiamo parlando, presenti anche nella popolazione in generale, sembrerebbero correlate alle abilità cognitive e, anche quando sperimentate in prima persona, non sempre sono così evidenti agli altri…Per questo è importante avere un occhio attento!
Stiamo parlando di:
1) Elevata autocritica
2) Intensità emotiva
1) Ipersensibilità
Quando parliamo di autocritica elevata stiamo parlando di un approccio esageratamente analitico. Il plusdotato è un grande osservatore perché la sua abilità intellettuale gli consente di focalizzare spontaneamente l’attenzione ai dettagli nell’ambiente, a posizionare tutto “sotto il microscopio”, anche le regole e l’autorità di genitori o insegnanti. Tuttavia essere autocritici vuol dire anche tenere se stessi e gli altri sotto controllo e questo, se da un lato favorisce la motivazione al perseguimento degli obiettivi, dall’altro aumenta il rischio di rimanere delusi quando ci si scontra con l’inevitabile imprevedibilità dell’ambiente esterno.
L’intensità emotiva ha a che fare con la percezione degli stati affettivi. E’ un po’ come se le emozioni passassero attraverso un grande amplificatore: “they feel more because they see more”, sentono di più perché vedono di più. Ciò vuol dire che l’alto potenziale non è solo uno strumento per il ragionamento, ma anche una lente speciale, attraverso cui si sperimenta una vita emozionale più complessa e quindi più intensa.
L’ipersensibilità può essere spiegata attraverso il modello dell’“Heightened Multifaceted Sensitivity” (Mendaglio, 2007[1]). Secondo questo modello ne esisterebbero 4 sfaccettature: la comprensione cognitiva dei propri comportamenti e pensieri, l’autoconsapevolezza della propria esperienza emotiva, la capacità di mettersi nei panni dell’altro e l’empatia. Essendo quella dei gifted una sensibilità “aumentata” ne deriva che anche queste sfaccettature sono, a loro volta, “aumentate”. Ecco allora che bambini e ragazzi ad alto potenziale possono sovrainterpretare gli eventi, vivere le emozioni in modo più violento degli altri, preoccuparsi eccessivamente del giudizio e vivere le emozioni altrui come se fossero le proprie.
Quelle descritte sono caratteristiche ricorrenti in bambini e ragazzi plusdotati, tanto da rappresentare spesso un importante discriminante tra uno studente brillante e un gifted.
..E una volta colti questi segnali?
– Innanzitutto ricordare che: percepire più informazioni degli altri non vuol dire interpretare ciò che accade in modo più preciso, ma solo viverlo con più intensità.
– Evitare di sminuire ciò che provano i gifted. Una reazione comune può essere quella di provare a placare le loro reazioni, magari tentando di farli ragionare sulla logicità di una risposta emotiva, per mostrare, ad esempio, come questa sia irragionevole o sciocca. Questa strategia non solo è inefficace ma può addirittura amplificare l’emozione: a chiunque sarà capitato di arrabbiarsi ancora di più quando la propria rabbia viene considerata fuori luogo da qualcuno!
– Le nostre emozioni hanno a che fare con il modo in cui interpretiamo gli eventi ma i gifted tendono a utilizzare più degli altri le abilità cognitive per giustificare la loro interpretazione e per trovare errori in quelle altrui. Bisognerebbe evitare un atteggiamento di “sfida all’interpretazione più corretta” e offrire un ascolto empatico e non giudicante. Il ragionamento, la logica e la capacità di problem solving, preziose risorse nei gifted e processi importanti legati all’interpretazione, saranno più efficaci quando l’emozione si sarà affievolita.
[1] Mendaglio, S. (2007). Affective-cognitive therapy for counseling gifted individuals. In S. Mendaglio & J. S. Peterson (Eds.), Models of counseling gifted children, adolescents and young adults (pp. 35–68). Waco, TX: Prufrock Press.