Maestro ed Amico
Un gruppo numeroso, il nostro.
In autunno, in inverno ed in primavera si passeggia, di sera, nella zona pedonale, dalla Piazza al Seggio.
In estate, no: il luogo della passeggiata è il Faro, anzi dal Faro ai Carabinieri.
Poi ci si siede nella zona alberata, ai piedi del Monumento, utilizzando le sedie di plastica messe a disposizione dell’Amministrazione del Comune.
E non è possibile procedere tutti insieme in riga perché si occuperebbe l’intera sede stradale, anche quando, essendo in tanti, si è costretti a dividersi in sottogruppi.
Quelli dell’Oreficeria cercano di competere con noi. Ma è tempo sprecato! Talvolta loro sono appena un gruppo duale, una coppia, (10) in base due. A noi capita anche di arrivare ad essere una decina vera.
E giù battute, sfottò reciproci, barzellette, racconti a metà veri, a metà inventati…
Diversi i tipi, i soggetti umani del gruppo, distribuiti per caratteristiche secondo la curva a campana di Gauss: da quello serioso – da un lato della campana – a quelli pazienti, i più, al centro della curva, a quello – dall’altra parte della campana – sempre prontissimo alle battute spontanee e fulminanti, giocate su associazioni di cultura ‘alta’ e arzigogoli linguistici.
Qualche occasione, qualche episodio di “arrabbiatura” dell’uno con l’altro – rarissimi – non mancano:
ma siamo Amici, persone semplici, corrette, leali, oneste!
Insomma: un gruppo inclusivo!
…
Poi, piano piano, il gruppo comincia ad assottigliarsi.
Alcuni sono costretti a correre in Padania…
…Come succederà oramai anche a me, appena le restrizioni della pandemia si allenteranno.
Dal Sud è in atto da qualche tempo un fenomeno sociologico del tutto nuovo: frotte di anziani – ahinoi – che partono per avvicinarsi ai figli, già emigrati.
…
Ma dall’anno scorso l’assottigliarsi del gruppo è dovuto ad eventi dolorosi.
Il primo a giocarci questo amaro scherzo è stato “Monsieur le Professeur”.
Da qualche ora ci ha lasciati l’Uomo della Pace: ed io piango, letteralmente, l’Amico ed il Maestro.
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